Nei due secoli che precedettero la caduta dell’Impero romano
d’Occidente (476) si realizza quella che è stata definita “rivoluzione tardo romana”.
Verso il 200 l’Impero Romano si estendeva su tutto il Mediterraneo, a ovest in
Europa Occidentale e in Britannia, a est fino in Mesopotamia, e aveva una
popolazione di circa 50 mila abitanti. Terminato il periodo delle guerre di
conquista, l’Impero del III secolo doveva fare i conti con le minacce esterne
dei Barbari (balbettanti che non conoscevano il greco. Quando i greci capirono
che esistevano popoli ugualmente civilizzati anche se non capivano il greco, il
termine cambiò connotazione e iniziò a significare semplicemente stranieri).
Roma reagì costruendo mura difensive, il governo centrale si occupò di
riorganizzare l’esercito e di inasprire la pressione fiscale per sostenere le
spese di guerra. L’aristocrazia senatoria, la classe che in quel momento
governava l’Impero insieme all’imperatore, fu sostituita o integrata dalla
classe militare anche proveniente dai ceti meno elevati (ricambio sociale, una
nuova società di liberti, figli di liberti o di pastori). Si tratta sicuramente
di un periodo di crisi, le invasioni barbariche diventano sempre più frequenti,
Roma viene saccheggiata dai Visigoti (410) e dai Vandali (455), l’esercito
acquista sempre più potere e sono i soldati che eleggono imperatore il loro
comandante, elementi germanici si infiltrano nell’esercito ormai, l’aumento
delle tasse aveva stremato la popolazione e provocato una vera crisi economica.
Nel 476 l’Impero è lacerato da conflitti interni ed esterni, Odoacre depone
l’ultimo imperatore romano Romolo Augustolo e di fatto segna la fine
dell’impero Occidentale. La capitale si sposta a Costantinopoli nel 330,
Costantino.
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